Chi siamo
La nostra proposta educativa
Nel Centro Educativo João Paulo II il ruolo della figura dell’educatore é fondamentale. Il Centro Educativo concepisce l’educazione come introduzione dell’individuo alla realtà e al suo significato. Questa concezione dell’educazione si fonda sulla proposta educativa di Luigi Giussani (1995).
Luigi Giussani è stato un teologo, sacerdote e fondatore del Movimento cattolico di Comunione e Liberazione, nato a Desio (Milano) il 15 ottobre 1922. Per la comunità educativa del Centro Educativo João Paulo II, Giussani è un grande amico.
Dall’amicizia con Luigi Giussani e da tanti altri amici segnati dall’incontro con lui e con il suo stile educativo è nato il Centro Educativo João Paulo II.
Secondo Giussani il grande problema della società di oggi è l’educazione dei giovani, un’educazione rivolta soprattutto a loro. Per Giussani (1995), educare significa sviluppare tutte le strutture dell’individuo fino alla loro totale realizzazione e il rapporto di queste strutture con tutta la realtà (GIUSSANI, 1995, p. ).
Quando parliamo di educazione, parliamo dell’educazione dell’uomo nella sua totalità, in tutte le sue dimensioni, come propone Sucupira Lins: “Un processo che mira a migliorare lo studente in tutti i suoi aspetti, in modo che si possa osservare quello cognitivo, socioculturale, affettivo, fisico e morale” (SUCUPIRA, 2014, p.1).
La parola educare – educere, dal latino – significa far emergere. Educare, quindi, è far emergere, far venire fuori l’umanità e le potenzialità che lo studente porta con sé.
L’educatore, attraverso la sua presenza, comunica allo studente un’ipotesi di vita, una visione del mondo e lo invita a verificarla. Nelle interazioni che si instaurano in classe e negli altri ambienti del Centro Educativo João Paulo II, i soggetti iniziano un processo di presa di coscienza del valore della propria persona e della persona dell’altro.
L’educatore comunica questo significato allo studente attraverso il modo in cui sta in classe, come presenta e problematizza i contenuti, come risponde alle situazioni quotidiane che gli vengono presentate, cioè come vive la realtà e si pone davanti allo studente .
L’adulto, o l’educatore, attraverso la sua vita, invita lo studente a scoprire la propria umanità e la sua dignità, unica e irripetibile, creata per la felicità, per la verità, per la giustizia e per essere amato.
In questo processo educativo è significativa la responsabilità dell’educatore, che ha il compito di incoraggiare, sollecitare e sfidare l’alunno a questo rapporto con la realtà. L’educatore diventa così, per lo studente, qualcuno che ha già fatto dei passi nella realtà e che, quindi, è ragionevole seguire. Lo studente potrà seguire e vivere questo stesso percorso di verifica nella realtà.
In questo senso l’educazione non è essenzialmente una questione di mezzi e di strumenti, ma di verità della vita dell’educatore e della comunità stessa. In questa prospettiva, nel Centro Educativo João Paulo II gli obiettivi, i contenuti, i temi, i processi di valutazione permeano tutta la vita.
A questo punto includiamo un aspetto fondamentale del processo educativo, che è la libertà. Secondo Giussani (1995) c’è un gioco della libertá in atto tra educatore e studente: da una parte, la libertà dell’educatore di comunicare e sfidare lo studente nel verificare le proposte di significato della realtá, dall’altra, la libertà dello studente che sfida l’educatore rispondendo e verificando ciò che riceve.
Attraverso la presenza dell’educatore, anche i giovani possono trovare una strada per sé stessi, attraverso la testimonianza di vita che viene loro comunicata. Gli educatori hanno la responsabilità di comunicare agli studenti qualcosa di nuovo e il senso della vita.
“Non ‘lasciatevi vivere’, ma prendete in mano la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro!”.
Giovanni Paolo II ai Giovani, 1985.
